Il Laboratorio di Studi femministi ‘Anna Rita Simeone’ Sguardi sulle differenze è un luogo di scambio, trasmissione e ricerca. Fra le sue attività rientrano lettura e discussione di testi che trattano questioni relative agli studi di genere, al pensiero della differenza sessuale e ai saperi delle donne, ma anche l’approfondimento di nodi tematici specifici (eros, lavoro, casa, migrazione, ecc.) e la ricerca teorica. È uno spazio aperto che vuole restare attraversabile da chiunque.
Composto da donne appartenenti a diverse generazioni, il Laboratorio ha sede presso l’Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia, dove è nato nel 2000 grazie all’iniziativa di una docente, Maria Serena Sapegno e di due giovani ricercatrici universitarie, Monica Cristina Storini e Fabrizia Giuliani. Il Laboratorio ha rappresentato uno dei primi tentativi di inserire nell’Università una prospettiva di ricerca, di confronto teorico e di dialogo sui molteplici saperi delle donne. A contraddistinguerlo è l’impostazione intergenerazionale e al contempo interdisciplinare, che permette uno scambio situato, ricco e plurale.
Durante le attività organizzate dal Laboratorio (sedute seminariali mensili aperte a studentesse e studenti, e a chi sia interessato/a) si discutono opere teoriche, letterarie, cinematografiche e/o multimediali appartenenti alla cultura delle donne, ma è frequente anche la collaborazione con altre realtà. Condividiamo i nostri materiali nei dossier tematici allestiti ad hoc attualmente disponibili su questo sito.
Nel corso del tempo l’attività del Laboratorio si è distinta per il suo carattere innovativo sia per quanto riguarda la dimensione metodologica e didattica, sia per quanto riguarda i contenuti. Siamo riuscite così a creare un patrimonio di pubblicazioni, discussioni, pratiche, esperienze.
Come mai “Anna Rita”?
Il Laboratorio porta il nome di Anna Rita Simeone, una delle giovanissime studiose che hanno partecipato alle prime attività organizzate. Scomparsa prematuramente nel 2004, abbiamo scelto di ricordarla cambiando nome e intrecciando ancora, così, la sua storia con la nostra. Molte di noi sono sue amiche e colleghe, le più giovani la incontrano nelle parole di chi l’ha conosciuta.