Per Giulia Cecchettin
Da sette giorni lo sapevamo tutte, il non detto potentissimo non ci impediva di sentirlo.
Nelle parole di Elena Cecchettin abbiamo riconosciuto un’urgenza che è anche la nostra: mostrare che quello che per lei è un dolore intimo, è anche un femminicidio, un lutto pubblico che ancora una volta deve fare i conti con il sistema patriarcale.
Giulia Cecchettin stava raggiungendo un traguardo, per certi versi ormai assodato per molte giovani donne, quello della laurea triennale. Essere donne e laurearsi può evidentemente rappresentare ancora una prova di autonomia insopportabile per la cultura maschilista e sessista dominante.
Quanto più ci pensiamo libere, tanto più è crudele la violenza su di noi.
Sentiamo che il cambiamento necessario è quello che accetta la nostra piena autodeterminazione. Per questa ragione, continuiamo con le nostre attività a credere che la prevenzione passi attraverso l’educazione alle questioni di genere, nelle scuole, nelle istituzioni, sempre.
Il Laboratorio “Sguardi sulle differenze”